TERAMO – Non ci sarebbero responsabilità nel crollo della bretella della Teramo-mare, all’altezza dello svincolo di Bellante, avvenuta a novembre del 2013. Almeno secondo la Procura di Teramo che, sulla scorta della perizia affidata all’epoca all’ingegner Fernando Imbroglini, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. Da quanto si apprende, infatti, la perizia avrebbe stabilito che quel tratto di strada era stato realizzato rispettando tutti i criteri e le norme di sicurezza previsti e con materiali adeguati. Tanto che il crollo si sarebbe verificato a causa di un evento straordinario, che avrebbe causato una modifica del corso del fiume, con l’acqua che deviando il suo percorso avrebbe eroso un tratto di infrastruttura costruita in un punto dove sulla carta non vi era alcuna necessità di ulteriori protezioni. Una situazione non preventivabile dunque, che ha portato il pm Andrea De Feis a chiedere l’archiviazione del fascicolo. Quello del 2013 fu il terzo crollo sulla Teramo mare dopo quello del 2009, quando a franare fu il tratto tra San Nicolò e Castellalto, e quello del 2011 dove a franare fu un tratto compreso tra Sant’Atto e Bellante. E se per il primo crollo, in primo grado, furono condannate 4 persone, la seconda inchiesta fu invece archiviata.
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